Jacques e il suo Padrone by Kundera Milan

Jacques e il suo Padrone by Kundera Milan

autore:Kundera Milan
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-08-30T22:00:00+00:00


Scena seconda

Durante l’ultima battuta dell’Ostessa il Marchese compare sul fondo della scena e sale sulla pedana; Porta con sé una sedia, la posa e vi si accascia con aria pigra e annoiata.

L’ostessa (rivolgendosi al Marchese). Amico mio...

Voce (fuori scena). Padrona!

L’ostessa (verso le quinte). Che cosa c’è?

Voce (fuori scena). La chiave della madia!

L’ostessa. È appesa al chiodo!... (Al Marchese). Amico mio, avete l’aria assorta...

L’Ostessa sale sulla pedana e si avvicina al Marchese.

Il marchese. Anche voi sembrate assorta, marchesa...

L’ostessa. Non sbagliate. Sono assorta in tristi pensieri.

Il marchese. Che cosa avete, marchesa?

L’ostessa. Nulla.

Il marchese (sbadigliando). Non è vero. Coraggio, ditemelo. Almeno servirà a scacciare la nostra noia.

L’ostessa. Voi vi annoiate?

Il marchese. Ma no!... Però ci sono dei giorni...

L’ostessa. In cui insieme ci annoiamo...

Il marchese. No, no! Vi sbagliate, mia cara... Però ci sono dei giorni in cui... Dio sa perché...

L’ostessa. Mio caro, è da molto tempo che volevo dirvi una cosa. Ma temo di rattristarvi.

Il marchese. E in che modo voi potreste rattristarmi?

L’ostessa. Dio sa che non ne ho colpa.

Voce (fuori scena). Padrona!

L’ostessa (verso le quinte). Vi ho detto che non dovete chiamarmi di continuo! Rivolgetevi al padrone!

Voce. Non c’è!

L’ostessa. Insomma, che cosa volete?

Voce. È arrivato il venditore di paglia.

L’ostessa. Pagalo e mandalo via... (Al Marchese). Sì, marchese, non ne ho colpa e sono io la prima a soffrirne. Passo la notte a pensare: che il marchese non sia più degno del mio amore? Posso forse rimproverargli qualcosa? Mi è infedele? No. E allora, perché il mio cuore è cambiato, mentre il suo è rimasto lo stesso? Non provo più quell’inquietudine quando tarda a venire, né quella dolce emozione quando arriva...

Il marchese (corri gioia). Sul serio?!

L’ostessa (coprendosi gli occhi con le mani). Ah, marchese, risparmiatemi i rimproveri. Anzi, no, non risparmiatemeli. Li merito... Ma dovevo nascondervi tutto questo? Sono io che sono cambiata, non voi. Per questo vi stimo più che mai. Ma non posso mentire a me stessa. L’amore che provavo è svanito. È una scoperta terribile, ma è la verità.

Il marchese (si getta ai suoi piedi, felice). Siete incantevole, siete la donna più incantevole del mondo! Mi avete dato una gioia immensa! La vostra sincerità mi riempie di vergogna. Quanto siete superiore a me! Quanto sono piccolo di fronte a voi! La storia del vostro cuore, infatti, è identica alla storia del mio cuore. Ma io, io non ho avuto il coraggio di confessarvelo.

L’ostessa. È la verità?

Il marchese. La pura verità. E possiamo soltanto rallegrarci che quel fugace e ingannevole sentimento che ci univa ci abbia abbandonati nello stesso istante.

L’ostessa. È vero. Che disgrazia sarebbe se il mio amore fosse ancora vivo e il vostro fosse ormai morto.

Il marchese. Mai mi siete sembrata bella come in questo momento. Se l’esperienza non mi avesse reso prudente, direi che vi amo come non vi ho mai amato prima.

L’ostessa. Ma che cosa faremo, marchese?

Il marchese. Noi non ci siamo mai ingannati, né mai ci siamo detti bugie. Voi avete diritto a tutto il mio rispetto e forse io non ho ancora perso il vostro. Possiamo rimanere ottimi amici.



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